Nuovissima recensione per voi, scritta dalla cara Anny!

TRAMA
Kabra è il cantante e frontman dei “Sesto Elemento”, rock band che da qualche anno ormai è protagonista assoluta della scena musicale nazionale. Nell’intrecciarsi delle vicende personali – che lo hanno visto sin da quando era bambino trovare nella musica un abbraccio consolatorio e una spinta motivazionale – con quelle della lunga, travagliata e ricca storia del suo gruppo, egli vedrà sconvolta la propria esistenza da una proposta irrinunciabile – per la sua emergente carriera da solista – della stessa casa discografica che ha sotto contratto la band. Da quel momento sarà roso dal tarlo della fama e del successo, e un vertiginoso vortice di menzogne e scelte sciagurate metterà in discussione l’intera esistenza del protagonista, fino a quando il castello di bugie crollerà definitivamente, scombussolando i fragili equilibri della sua vita e mettendolo definitivamente a nudo di fronte alle proprie responsabilità…
RECENSIONE
Siero nero è stata per me un’avventura interessante, una novità, una ventata d’aria fresca. Come forse sapete dal mio profilo IG, sono una grande appassionata di musica, ma fino ad ora non avevo mai avuto l’opportunità, o la fortuna, di leggere libri che avessero la musica come protagonista.
Posso dire con assoluta certezza che l’amore di Kabra per questa sua passione è palpabile in ogni pagina, anche grazie a questi piccoli interludi in cui la storia viene interrotta da alcuni spezzoni di canzoni scritte dall’autore, che rendono il libro quasi più poetico, più emozionante.
Ho avuto con lo stile di scrittura di questo libro un rapporto di amore/odio: se da una parte le vicende raccontate mi hanno trascinata in un loop in cui avevo solo voglia di continuare a leggere per sapere cosa sarebbe successo al nostro protagonista, dall’altra ho trovato molto difficile leggere i dialoghi, percependoli leggermente macchinosi e magari non adatti ad una trascrizione in chiave letteraria. D’altro canto, trattandosi di un’autobiografia romanzata, l’autore ovviamente ripercorre la sua vita, raccontandoci di tutte le persone incontrate sulla sua strada che in un modo o nell’altro l’hanno portato dov’è adesso; questo risulta in un accavallamento di personaggi e nomi a cui a volte ho faticato ad andare dietro, magari confondendo le persone o non ricordandomi ormai più di un personaggio di cui si era parlato a pag3 in una riga, che magicamente ricompare a pag400.
Ho veramente apprezzato il fatto che Matteo abbia cominciato a raccontare dal principio, dalla sua infanzia, facendoci scoprire come la passione per la musica sia diventata nel tempo un bisogno viscerale di esprimersi, creare e condividere. Tutto questo è arricchito da una narrazione che cambia con l’età del protagonista: all’inizio Matteo è un bambino, e così la narrazione si fa semplice, proprio come se lui bambino stesse scrivendo quelle pagine, fino ad arrivare agli ultimi capitoli, dove ormai il nostro bambino è diventato adulto, così come il suo modo di raccontare, maturo e più consapevole di sé, capace di rimediare ai suoi errori.
Ho amato essere trasportata in qualche modo nei retroscena di una band, scoprire il processo creativo che porta all’uscita di un disco, all’organizzazione di un concerto…seppur la presenza a volte di termini più tecnici mi abbia messo in difficoltà per riuscire a capire il contesto. La scelta di entrare così tanto nei dettagli, rendendo il libro lungo 600 pagine, ha fatto in modo di farmi affezionare alle peripezie di Matteo e della sua famiglia, lasciandomi con il fiato sospeso a sperare in un lieto fine per la sua band Sesto Elemento.
Estratto: «Provare dolore è un esercizio al quale mi ero disabituato da tempo ormai. E non bisognerebbe mai perdere la confidenza con il proprio malessere, perché poi ti manca la bussola per poterti orientare di nuovo verso la riappacificazione con sé stessi.»
Voto: 3 stelle
Articolo scritto da Anny Colonna per @labibliotecadistefania
Vietata la riproduzione ©