
Carissimi lettori, buon pomeriggio!
Nuovissima recensione per voi, di un libro che non pensavo di leggere viste le migliaia di recensioni lette online. “Fabbricante di lacrime” di Erin Doom, libro fenomeno che spopola sul #booktok e che io avevo in libreria praticamente da quando è uscito. Una lettura che non sapevo se affrontare perché frenata dalle tante recensioni poco carine lette online. “Fabbricante di lacrime” l’ha letto un anno fa anche mia sorella, l’ha proprio rubato dalla mia libreria e nemmeno lei ne era rimasta soddisfatta. Nonostante questo ho voluto dare un’opportunità a Erin Doom, spinta anche dal fatto che uscirà presto il film di “Fabbricante di lacrime“. Amato e odiato sul #booktok, mi sarà piaciuto? Lo scoprirete in questa recensione, subito dopo il banner amazon e la trama.
FABBRICANTE DI LACRIME
TRAMA
Tra le mura del Grave, l’orfanotrofio in cui Nica è cresciuta, si raccontano da sempre storie e leggende a lume di candela. La più famosa è quella del fabbricante di lacrime, un misterioso artigiano dagli occhi chiari come il vetro, colpevole di aver forgiato tutte le paure e le angosce che abitano il cuore degli uomini. Ma a diciassette anni per Nica è giunto il momento di lasciarsi alle spalle le favole tetre dell’infanzia. Il suo sogno più grande, infatti, sta per avverarsi. I coniugi Milligan hanno avviatole pratiche per l’adozione e sono pronti a donarle la famiglia che ha sempre desiderato. Nella nuova casa, però, Nica non è da sola. Insieme a lei viene portato via dal Grave anche Rigel, un orfano inquieto e misterioso, l’ultima persona al mondo che Nica desidererebbe come fratello adottivo. Rigel è intelligente, scaltro, suona il pianoforte come un demone incantatore ed è dotato di una bellezza in grado di ammaliare, ma il suo aspetto angelico cela un’indole oscura. Anche se Nica e Rigel sono uniti da un passato comune di dolore e privazioni, la convivenza tra loro sembra impossibile. Soprattutto quando la leggenda torna a insinuarsi nelle loro vite e il fabbricante di lacrime si fa improvvisamente reale, sempre più vicino. Eppure Nica, dolce e coraggiosa, è disposta a tutto per difendere il suo sogno, perché solo se avrà il coraggio di affrontare gli incubi che la tormentano, potrà librarsi finalmente libera come la farfalla di cui porta il nome.
RECENSIONE
Dopo aver visto questo libro ovunque e dopo averlo tenuto in libreria dal giorno in cui è uscito in libreria, mi sono decisa a leggere “Fabbricante di lacrime” di Erinn Doom. Lo avevo acquistato subito perché incuriosita dalla trama e dalla cover molto semplice e carina, ma dopo i continui video visti e rivisti sul #booktok ho deciso che probabilmente non l’avrei mai letto, tanto che l’ho anche dato a mia sorella per leggerlo lei e magari tenerlo per se. Lei lo ha letto in due giorni e mezzo e me l’ha riportato a casa. Dopo aver preso un altro pò di polvere l’ho letto.
L’ho letto dopo “Misery” di King, volevo qualcosa di leggero e che mi donasse un paio di giorni di spensieratezza. Così è stato, una lettura carina e godibile, ma con tantissimi difetti. Diciamo che spesso mi ha annoiato da morire, non capivo perché l’autrice sentisse il bisogno di dire sempre le stesse quattro cose e sempre le stesse identiche descrizioni per lo più inutili.
Ho voluto imparare a conoscere Rigel e Nica, ma onestamente ho trovato personaggi poco strutturati e pensati male. Dei ragazzi che mi sembra di aver visto e rivisto nei diversi romanzi rosa già in commercio. Nica praticamente è una bambina, troppo infantile e rimbambita, non riesce ad essere per un momento una persona razionale e lucida. Capisco i traumi da lei subiti e me ne sono dispiaciuta tanto, però non credo sia un personaggio di spessore, trasmette immaturità. Rigel in pratica è una persona tossica, con atteggiamenti poco adatti alla sua età e allo stesso tempo terribili. Rigel spesso fa veramente schifo come persona, mi dispiace per i suoi traumi ma anche in questo caso alcuni suoi atteggiamenti sono poco appropriati o giustificabili. In più aggiungo che una ragazza non dovrebbe mai e poi mai normalizzare attegiamenti violenti. Nel libro si parla di traumi, ma lo si fa con una superficialità tale che mi viene difficile empatizzare con entrambi.
I personaggi secondari sono totalmente inutili, spuntano dal nulla solo quando l’autrice decide di dover riempire capitoli così a caso. Genitori adottivi praticamente assenti, sciocchi e ciechi da non accorgersi di determinati atteggiamenti.
Secondo me, un altro difetto sta nel fatto che il libro è troppo lungo, spesso ripetitivo e a tratti surreale. L’ambientazione è praticamente inesistente
Aggiungo anche noioso in alcuni punti e con descrizioni sempre più o meno simili. La pecca, a mio parere, è anche l’editing, si poteva snellire un bel po’. Mi viene da pensare che Salani risparmi sugli editor perché più di una loro pubblicazione mi è sembrata poco curata.
Mi sento di dare due stelle e mezzo, forse con un bel pò di generosità.