Cari Lettori,

nuovo giorno nuova recensione! Oggi Federica vi parlerà del terzo volume di “La principessa degli elfi. La maledizione”, scritto da Licia Oliviero.

LA PRINCIPESSA DEGLI ELFI- LA MALEDIZIONE

TRAMA

È passato del tempo da quando gli Elfi della Luce hanno vinto la battaglia contro le forze dell’Oscurità e per loro la vita è tornata a scorrere serena e tranquilla, ma la pace non è destinata a durare. Amos è determinato ad annientare coloro che lo hanno sconfitto, attuando una terribile vendetta: improvvisamente dal regno della Luce i bambini iniziano a sparire senza lasciare traccia. Layra, Anter e Ally si troveranno di nuovo al centro della tempesta, stavolta nel regno degli Elfi Oscuri, lontani dai loro affetti e da chi possa offrire loro aiuto. Siamo alla resa dei conti, ma sconfiggere Amos sembra impossibile finché la maledizione che lo lega a Layra è attiva, tuttavia non è l’unico ostacolo. Fra alleati inaspettati e terribili segreti sepolti nel tempo, la Luce riuscirà a trionfare anche questa volta?

RECENSIONE

Non è semplice accomiatarsi da questa trilogia, ma, anche io, sono giunta al termine del viaggio.

Un viaggio che – so che Licia non me ne vorrà – non reputo perfetto: nel corso della lettura di tutti e tre i libri mi sono imbattuta in diversi elementi che non ho particolarmente apprezzato (non mi sto a ripetere, se siete curiosi, scorrendo i miei post potrete trovare le due precedenti recensioni in cui approfondisco il mio parere) e che hanno in parte “ammaccato” la mia esperienza.

Tuttavia, questa è una trilogia che mi sento di consigliare, per diversi aspetti.

In primo luogo, per i suoi protagonisti: Licia è stata molto abile nel creare un filo che li collega al cuore del lettore. Riesce a farci affezionare a loro in maniera così spontanea e genuina, che tutti i possibili difetti contrassegnanti i tre romanzi passano in secondo piano.

Secondariamente, nel corso dei volumi, la crescita stilistica dell’autrice è più che evidente, come lo sono anche l’amore e l’impegno che si celano dietro le loro pagine.

Inoltre, “La Principessa degli Elfi” è una trilogia dalla trama accattivante, e ogni romanzo termina con devastanti colpi di scena che lasciano al lettore il desiderio di tuffarsi nel volume successivo.

Insomma, grazie a tutte queste componenti, soprassedere su eventuali imperfezioni riesce piuttosto naturale.

Mi è molto piaciuto anche quest’ultimo romanzo, “La Principessa degli Elfi. La maledizione”. Rispetto ai precedenti volumi, il capitolo conclusivo si concentra maggiormente sull’azione, sulla disperata lotta per sconfiggere definitivamente Amos. La crescita dei personaggi che tanto ho apprezzato nei primi due libri non è più in rilievo, ma questo non è un elemento negativo: Layra, Anter, Ally e Dylan sono già andati incontro a un’enorme maturazione, e, in questo romanzo, si confermano essere ragazzi puri, determinati, umani.

Ho amato molto scoprire finalmente la storia di Amos, antagonista per eccellenza, estremamente sadico, crudele e paziente, pazienza che lo rende ancora più oscuro e temibile, e sono stata veramente felicissima di vedere Dylan, il mio personaggio preferito, giocare un ruolo di grande entità nella vicenda.

La scrittura di Licia è corretta, schietta, pulita, non annoia; anzi, l’autrice è in grado di rendere interessante e accattivante ogni elemento della storia. Già dal primo romanzo, Amos si dimostra essere un avversario spietato e, a causa sua, prigionia, minacce e sevizie sono componenti chiave all’interno della vicenda. Buona parte dei romanzi è caratterizzata da questo teatro di dolore, che però Licia dipinge sempre in maniera avvincente, intrigante e mai noiosa.

L’unica “critica” che mi sento di smuovere all’autrice, però, riguarda proprio quest’ultimo elemento: nei primi due volumi della trilogia, Layra e i suoi compagni combattono contro Amos, che viene momentaneamente sconfitto. In “La Principessa degli Elfi. La maledizione”, la battaglia contro di lui ricomincia immediatamente, senza lasciare spazio a quell’anno di pace, calma e serenità vissuto dai superstiti che viene solamente accennato e di cui io, invece, avrei tanto voluto sapere di più.

Benché, come scritto precedentemente, il ritorno di Amos e la conseguente nuova battaglia non mi abbiano annoiata, essere nuovamente e immediatamente catapultata all’interno della tetra vicenda ha appesantito la mia esperienza di lettura. Sono innumerevoli gli accadimenti narrati nel volume e restare sempre mentalmente presente si è rivelato complicato.

Non mi sono accorta subito di questa sensazione: solo dopo trecento pagine ho iniziato ad accusare i colpi e ad avvertire la necessità di rallentare la lettura.

Se fosse stato tratteggiato maggiormente il periodo serenità iniziale e se il volume fossero state eliminate alcune scene di minacce e dispute varie, la lettura sarebbe stata perfetta.

Così, purtroppo, non è stato.

In ogni caso, la piega che ha assunto la vicenda mi ha emozionata e la lettura, tutto sommato, mi è piaciuta.

Ciò che mi porto a casa grazie a questa trilogia sono quattro personaggi fittizi e una persona reale assolutamente indimenticabili.

Voto finale: 4 – –

Ringrazio l’autrice per avermi fornito una copia del romanzo.

Articolo scritto da Federica Franca per @la_biblioteca_di_Stefania

Vietata la riproduzione ©

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